BIM CONFERENCE 2021 – Il BIM e la creatività: l’esempio di Archea Associati
Nella seconda giornata di BIM CONFERENCE 2021 dedicata al mondo architettonico, abbiamo avuto l’onore di avere con noi il Prof. Marco Casamonti, Architetto e Founder Archea Associati.
Per l’occasione, Il Prof. Casamonti è stato intervistato da Andrea Torre, AEC Director NTI-NKE Srl, e si sono confrontati sul tema della BIM CONFERENCE 2021: la metamorfosi.
Frank Owen Gehry e Antoni Gaudì: strumenti vs. creatività
Per rispondere alla domanda se le nuove tecnologie sono in grado di cambiare il nostro modo di fare, di progettare e quindi di pensare l’architettura nell’idea stessa, oppure sono solo strumenti di controllo di un’idea che l’architetto ha già nella sua testa, il Prof. Casamonti ha utilizzato due esempi.
Per costruire alcune straordinarie architetture, come per es. quelle di Frank Owen Gehry, è stato necessario utilizzare dei software. Ma l’espressione è solo frutto dei software o si poteva fare anche a meno di loro?
Antoni Gaudì, maestro del modernismo spagnolo, ci ha invece insegnato che mettendo delle reti da pesca al contrario appese al soffitto con dei pesi lui poteva immaginare figure complesse estroflesse anche senza usare alcun software.
Questo cosa significa? Che si può fare a meno della tecnologia? No vuol dire che l’idea dal punto di vista dell’approccio intellettuale e creativo è indipendente dallo strumento, però se tu hai uno strumento efficace puoi realizzare quell’idea in un tempo molto più breve e con capacità più grandi. mentre se per vedere o semplicemente per comprendere devi appendere delle reti da pesca al soffitto, metterci dei pesi e girarti a testa in giù e poi disegnarlo ci vogliono delle energie e delle risorse che poi sono sottratte al lavoro.
Quindi sarebbe sbagliato dire che la tecnologia e la tecnica è solo strumentale ma è altrettanto sbagliato pensare che può essere sostitutiva dell’atto creativo e del pensiero.
L’azione creativa e progettuale è tutta intellettuale quindi indipendente dallo strumento ma non è del tutto vero perché lo strumento accellera i processi, li rende più facili, più rapidi e immediati e ti fa capire anche visioni che in altro modo non potresti avere.
Archea e la Tecnologia BIM
Archea è internazionale, l’adozione del BIM è ormai fondamentale per il loro Studio. Nei loro uffici l’attenzione per la tecnologia è evidente: pc di ultima generazione, monitor ad alta definizione, tavolette grafiche e un’adozione massiccia della tecnologia BIM, con la cui implementazione sono quasi a regime.
Quanto è importante quindi per Archea l’approccio tecnologico, e quanto lo è stato negli ultimi anni soprattutto con la pandemia, lavorare a distanza, l’utilizzo del CDE (Common Data Environment) e quanto li ha aiutati a rispettare i tempi?
Il Prof. Casamonti conferma che li ha aiutati tantissimo, la tecnologia è assolutamente determinante. Per es. il progetto dello Stadio Nazionale dell’Albania di Tirana è stato fatto tutto in BIM e se non ci fosse stato non avrebbero potuto realizzarlo in quei tempi – progettazione e costruzione in 3 anni – ma soprattutto non avrebbe avuto quel risultato qualitativo in un Paese dove le tecnologie costruttive non sono così avanzate come in altri luoghi.
Tutti i progetti di Archea ormai non si possono più fare senza una progettazione BIM. Se non riesci a vedere contemporaneamente struttura, architettura, design, impiantistica connesse in unico file il progetto non lo fai più. Se non ci fosse stata questa implementazione tecnologica Archea farebbe molti meno progetti, lo studio sarebbe molto più piccolo e avrebbero molta meno capacità progettuale e organizzativa.
Secondo il Prof. Casamonti, non saranno mai completamente a regime in quanto la tecnologia avanza e lo Studio deve fare ricerca, fare corsi, formazione.
La Progettazione BIM
Secondo il Prof. Casamonti, è necessario diventare BIM Friendly. Oggi, gli ingegneri e gli architetti che sono focalizzati sul BIM, sono talmente concentrati da perdere di vista l’obiettivo finale, che è l’opera, perché il BIM a volte si prende così tanto che lo strumento diventa più importante del risultato. È necessario ritrovare un equilibrio, capire che i progettisti di oggi devono progettare e avere la consapevolezza del risultato finale e usare lo strumento anche come un modo di pensare, di immaginare il progetto.
La parola progetto, che deriva dal latino projectus, significa vedere in avanti quello che sarà. Progettare un opera è proprio questo, vedere in avanti un’opera non ancora realizzata che ci sarà. E il BIM è esattamente questo: costruire l’edificio prima in maniera virtuale per poi realizzare la virtualizzazione in opera.
La progettazione in BIM è un costruire virtualmente l’opera nei suoi più minuti dettagli e concepirne la sua complessità. Definire il BIM strumento è quindi riduttivo, è una modalità operativa di cui non si può più fare a meno.
L’Importanza della Formazione per lo Studio Archea
Lo Studio Archea crede nel BIM e vuole educare nella progettazione BIM le nuove generazioni di architetti creando una vera e propria Accademy.
Stanno allestendo uno spazio ad hoc particolare. Un vecchio bunker utilizzato nella Seconda Guerra Mondiale per proteggersi dai bombardamenti e che hanno acquistato dal demanio diventerà una specie di galleria d’arte dove dentro ci saranno schermi, computer, immagini dove prima o contemporaneamente al lavoro fatto in studio ci sarà un momento di formazione.
Bisogna imparare a usare lo strumento per poi applicarlo al progetto, lo strumento da se è arido diventa vivo se diventa un tutt’uno con il progetto. Secondo Casamonti, bisogna smettere di dare prevalenza alla parte strumentale o alla parte creativa. sono un tutt’uno e sono una complessità che va gestita.
Questo spazio servirà per insegnare per fare formazione ma anche per integrare il processo creativo con il processo realizzativo anche se realizzativo in virtuale.
Le nuove sfide di Archea in ambito progettuale e il BIM
Per il Prof. Casamonti, il BIM aiuta a controllare meglio. L’architetto è un artista che non produce da sé la propria opera, ma c’è una mediazione da parte dell’impresa che realizza fisicamente l’opera.
L’architetto progetta e delega ad altri la realizzazione. Lo scarto fra ideazione e realizzazione dipende dall’apparato strumentale che si mette in atto per controllare che l’opera sia realizzata come l’architetto l’ha pensata.
Attraverso il BIM l’architetto riesce così a essere partecipe. Senza il BIM non si potrebbe controllare la qualità dell’opera, la sua realizzazione, diventa quindi indispensabile nei progetti.
Archea sta lavorando al centro sportivo della squadra di calcio della città. Struttura, Impianti, Elementi di arredo sono tutti progettati in BIM: una visione tridimensionale complessa che rende poi in un solo file l’interezza dell’opera. Il progetto è una somma di tante discipline e saperi che sono raccolti dentro al BIM, a un mondo che li tiene insieme.
È di straordinaria importanza per il futuro, è una strada tracciata dalla quale non si torna indietro e che è indispensabile per avere performance adeguate alla complessità sempre maggiore delle opere che si vanno a realizzare.