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Standard BIM: quali sono e cosa sapere

Construction GIS & Infrastructure

Parliamo degli Standard BIM: definiamo quelli che sono i modelli che vanno a uniformare le attività legate al Building Information Modeling.

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Che cos’è uno Standard? Una definizione che lo descrive è: “Tipo, modello, norma, cui viene uniformata una data produzione o attività; nell’uso tecnico o industriale, modello o tipo di un determinato prodotto, o il complesso di norme fissate per uniformare le caratteristiche del prodotto stesso”.

Ripensando alle attività di disegno e progettazione su sistemi CAD, il tema della standardizzazione si è posto molti anni fa, constatando e subendo in prima persona che nelle realtà a me più vicine erano assenti, o al massimo appena definite, strategie che portassero alla standardizzazione di un prodotto, disegno o progetto che fosse. Parlando di Building Information Modeling il discorso assume sempre più importanza, soprattutto nel corso degli ultimi anni: vediamo insieme, nello specifico, cosa e quali sono gli Standard BIM.

Standard BIM: cosa sapere.

L’idea di “uniformare le caratteristiche di un prodotto”, per quanto fosse idealmente riconosciuta come una necessità per condividere i disegni, migliorare la comunicabilità e la struttura degli elaborati stessi, era in parte vista come una limitazione della creatività e della libertà del disegnatore/progettista di impostare il disegno secondo le proprie preferenze.

I file CAD sono così nati e sviluppati senza una regola, con la definizione di layer e stili di stampa con impostazioni del tutto personali, complicando in modo evidente la consultazione e la gestione dei disegni, in modo particolare quando i file dovevano essere condivisi con altri utenti. La mancanza di una regola ha contribuito a far nascere infiniti metodi personali non ripetibili, non condivisibili, compromettendo la comunicazione e lo scambio di informazioni.

Lo Standard AIA.

A partire dalla fine degli anni 90 sono comparsi degli standard, applicabili ai sistemi CAD allora diffusi, con l’obiettivo di rendere uniformi i disegni. È del 1990 la prima versione dell’AIA CAD Layer Guidlines: uno standard vero e proprio, sviluppato dall’American Institute of Architect con l’obiettivo di “definire un metodo comune per l’impostazione dei layer in un sistema CAD, così da ridurre i tempi di preparazione del documento e migliorare il coordinamento dei documenti”.

Visto ll grande successo, negli anni successivi l’standard AIA ha subito una serie di modifiche, venendo incontro anche alle richieste dei numerosi utenti, con successivi rilasci nel 1997 e poi nel 2005. Nello standard dell’AIA, prende forma una definizione comune, strutturata su più livelli che consente all’utente, qualunque utente, di lavorare su un disegno di una struttura nota e con un organizzazione familiare, fin da subito. Alcuni sistemi CAD incorporano e utilizzano in modo di fatto automatico le impostazioni dello standard AIA.

Dal BIM Authoring a oggi.

La comparsa e la diffusione di sistemi più evoluti del CAD, ovvero gli strumenti di BIM Authoring e i processi BIM in generale rendono ancora più evidente come il ricorso ad uno standard sia strategico.

Il Building Information Modelling si basa sulla condivisione dei “contenitori informativi”, si basa sullo sviluppo di modelli e contenuti multidisciplinari: collaborazione e multidisciplinarità portano in modo naturale allo sviluppo di uno standard.

A questo concetto potremmo aggiungere un ulteriore fattore, la dimensione geografica che riguarda gli attori coinvolti nel processo BIM che determinano la definizione di uno standard BIM Internazionale che favorisca quindi la comunicazione e la collaborazione tra i diversi attori, potenzialmente collocati in zone diverse del mondo.

Standard BIM: ISO 19650.

Il principale strumento normativo che definisce uno standard del BIM è la ISO 19650, il cui titolo completo è: Organizzazione delle informazioni sui lavori di costruzione – Gestione delle informazioni nell’uso del BIM. Essendo una norma ISO è valida a livello internazionale, recepita a livello europeo, adottata a livello nazionale, infatti la sigla completa che la contraddistingue è UNI EN ISO 19650.

Cosa comprende la ISO 19650.

La ISO 19650 è una norma articolata in parti diverse:

  • Parte 1 – concetti e principi generali
  • Parte 2 – fase di consegna dei cespiti immobili
  • Parte 3 – processi di sviluppo e gestione delle informazioni durante la fase di costruzione
  • Parte 4 – scambio di informazioni
  • Parte 5 – requisiti di sicurezza delle informazioni

Va a coprire l’intero ciclo di vita di un progetto: dalla sua ideazione, progettazione, costruzione e gestione/manutenzione.

Ovviamente anche la nostra UNI 1137 rimane valida ed efficace sul territorio nazionale, norma in armonia con la ISO 19650, di fatto è l’allegato tecnico nazionale che regolamenta i processi, le figure, l’organizzazione dei processi, delle verifiche ecc.

Gli Standard BIM e le linee guida comuni.

Se possiamo vedere la ISO 19650 e la UNI 11337 come due strumenti utili alla definizione di uno standard utile a definire e guidare i processi con cui si sviluppa un progetto BIM, vi sono poi gli aspetti operativi con cui si sviluppa un progetto BIM attraverso gli strumenti di BIM Authoring come Autodesk Revit o Autodesk Civil 3D. In questo caso è opportuno seguire in modo accurato delle linee guida comuni, utilizzate dai diversi operatori coinvolti.

Facendo riferimento a quanto esposto nel Capitolato Informativo, descritto nelle sue parti nella 11337-6 e redatto dal soggetto proponente o stazione appaltante, a cui segue l’Offerta per la Gestione Informativa e/o nel successivo Piano per la Gestione Informativa, i contenitori informativi (modelli ed elaborati) dovranno essere definiti affinché possiedano una corretta nomenclatura oltre che un adeguato livello di sviluppo informativo, cioè il LOD. Nome del modello/elaborato e LOD sono due semplici esempi che caratterizzano un contenitore informativo.

I molteplici aspetti che quindi caratterizzano i modelli e gli elaborati ed i dati che in essi sono contenuti, dovranno essere gestiti in modo organizzato e strutturato con evidenti ricadute non solo sul modello in sé, ma anche nella sua collocazione all’interno del progetto; anche l’ACDat è coinvolto in questo.

Si rendono quindi necessarie delle linee guida adeguate ad impostate, opportunamente organizzate e utili a  definire i contenitori informativi, nei diversi livelli; possono essere intesi come modello informativo vero e proprio (cioè un modello di una specifica disciplina, ad esempio un file RVT di Revit) così come il componente utilizzato all’interno del modello (ad esempio una famiglia di Revit).

BIM GUIDE e conclusioni.

Le linee guida sono comunemente definite BIM GUIDE, definite dal soggetto proponente o dal soggetto incaricato, sviluppate nel tempo sulla base delle esperienze pregresse e adattate al caso specifico.

Sono molteplici le aree nelle quale le BIM Guide son utili, anzi fondamentali per consentire ai differenti operatori coinvolti nel progetto di sviluppare i contenuti di propria competenza in modo che sia condivisibile, sia coordinato, sia consultabile in modo chiaro e diretto, perché coerente con uno standard condiviso.

Riguardano aspetti differenti ed eterogenei, come le convenzioni di denominazione dei documenti, l’organizzazione dell’archivio documentale, i template utili per la definizione di un contenitore informativo, la libreria dei contenuti standardizzati. Non è presumibile che esista un BIM GUIDE assoluta, è costruita e calibrata sulla base del progetto e delle figure coinvolte.

Nel corso degli anni sono numerosi i progetti nei quali siamo stati coinvolti, e per attività di consulenza e affiancamento mirate proprio alla definizione di linee guida per il BIM siamo a tua completa disposizione.