Tra tutti i prodotti di rendering 3ds Max è sicuramente il più diffuso ed il più utilizzato in tutto il mondo. Potente e affidabile è in grado di affrontare qualsiasi sfida di immagine e foto-realismo.
Nel vastissimo e complesso panorama delle funzionalità di 3ds Max l’utilizzo della fotometrie e il controllo preciso delle fonti illuminotecniche rappresenta un punto di forza di questo potente programma di visualizzazione.
Oltre a leggere diversi formati di fotometrie con Max è possibile controllarle, editarle e ovviamente animarle. Il suo motore di calcolo illuminotecnico deriva direttamente da Lightscape uno dei primi software di progettazione della luce.
Per qualsiasi progettista che voglia approcciare al mondo del Lighitng, 3DS Max è sicuramente una delle scelte più professionali che si possono trovare sul mercato.
Le fotometrie ormai si possono tranquillamente trovare in qualsiasi sito dei produttori di apparecchi illuminotecnici nei formati. Il formato .IES è sicuramente quello più diffuso e facilmente reperibile mentre più datato è quello LDT (Eulumdat). Con questi due formati, che derivano direttamente dal rilievo fotogrammetrico ottenuto nei laboratori certificati delle aziende attraverso uno strumento fondamentale il goniofotometro.
Le fotometrie lavorano con i motori di 3ds Max, iRay e Mental Ray e ricreano in maniera fedele il comportamento della luce. Max inoltre è in grado di leggere svariati tipi di formati di modellazione tridimensionale dal classico .DWG, all’universale DXF, passando per il formato.3DS il più performante di tutti in questo tipo di prassi.
L’iter progettuale è quello di creare e importare un modello tridimensionale per poter inserire le relative fotometrie e ottenere un rendering altamente fotorealistico.
Tre sono gli aspetti fondamentali per ottenere un buon progetto illuminotecnico. Il primo un dettagliato modello 3d, solo così si otterrà un controllo preciso delle ombre, non tanto della luce come affermano i migliori lighting Designer. Il secondo sono le fotometrie, più sono accurate e precisi e prevengono da aziende certificate maggiore e attendibile sarà la resa fotorealistica. Il terzo punto tipicamente legato alla conoscenza del software sono i materiali. Per materiale non s’intende ovviamente solo la Texture ma tutto il complesso di settaggi che regolano il suo comportamento con e attraverso la luce. Tuttavia non occorre essere degli esperti per ottenere un buon render illuminotecnico, il comportamento della luce si legge tranquillamente anche con gradi di dettaglio non elevati.
La differenza tra un sistema BIM e un software di visualizzazione come Max è data esclusivamente dalla possibilità di portarsi con se le informazioni reali del prodotti e quindi poter rientrare in un’ottica di computo metrico. Sulla qualità del rendering è ovvio che Max vince ogni termine di paragone perdendo immancabilmente di facilità d’uso e di impiego.
Altra differenze che occorre sottolineare è quella per le verifiche illuminotecniche, che rispetto a Tra tutte le funzionalità di Max relativa alla luce, sicuramente l’anteprima del comportamento delle fotometrie è quella che, di gran lunga, agevola il Lighting Designer nel scegliere l’apparecchio ideale alla progettazione. Grazie alla sua interoperabilità, al suo potente motore di calcolo, ad un eccelso editor di materiali e alla semplifica.