Il BIM per la Prefabbricazione
Alla BIM CONFERENCE 2021 abbiamo affrontato anche il tema del BIM 4 Manufacturing e, insieme a Roberto Volpi, Responsabile Progettazione Magnetti Spa, abbiamo parlato di BIM per la Prefabbricazione.
Alla BIM CONFERENCE 2021 abbiamo affrontato anche il tema del BIM 4 Manufacturing e, insieme a Roberto Volpi, Responsabile Progettazione Magnetti Building, abbiamo parlato di BIM per la Prefabbricazione.
CHI E’ MAGNETTI
Magnetti Spa è un’azienda che noi definiamo Cross Industry: è un’azienda che produce prefabbricati per il mondo AEC. Magnetti è un’azienda con 200 anni di storia alle spalle che ha sentito l’esigenza di stare al passo con i tempi, evolvendosi nel modo di lavorare. Il suo must è quello di “costruire responsabilmente”.
La responsabilità nelle costruzioni può avere diverse sfaccettature. Magnetti al primo posto mette la Sicurezza sul lavoro, dopodiché si parla di Sostenibilità e quindi attenzione all’impatto ambientale, al recupero dei materiali. Magnetti a tal proposito ha adottato il sistema LEED.
Infine c’è il tema delle prestazioni energetiche. Magnetti ha ottimizzato tutto quello che era possibile ottimizzare in tema di produzione, di consumi elettrici e di movimentazione.
Magnetti si è specializzato non solo nel settore dei prefabbricati “tradizionali” come fabbricati per logistica, per produttivi, per commerciali ma anche i nuovi segmenti legati più al mondo del terziario, alberghieri, residenziali, piuttosto che all’architettura innovativa oppure alla riqualificazione e manutenzione di edifici esistenti.
REVIT NELLA PRATICA
Revit fa parte del processo d’evoluzione e cambiamento che ha spinto Magnetti ad assecondare le richieste e come affrontare al meglio la progettazione per queste architetture in continua evoluzione, sempre più innovative sempre più trasversali tra il mondo del legno, dell’acciaio e del calcestruzzo.
Con Revit hanno iniziato insieme a noi di NKE che li abbiamo aiutati, grazie alla nostra esperienza, a capire cosa potevano fare in base alle loro necessità. Dopo questo confronto iniziale, Magnetti ha capito che, la loro progettazione, per quanto fosse strutturata ed assodata negli anni necessitava di un altra integrazione e sviluppo architettonico tridimensionale.
Hanno quindi cercato di capire come si evolvono i progetti, dall’architettonico semplice che è la richiesta del cliente fino allo sviluppo dell’esecutivo che può essere la scheda tecnica di produzione passando attraverso la rappresentazione di tutto ciò che può essere utile nelle finalità di sottoscrizione dei contratti e di realizzazione dei progetti verso il cliente finale.
In questa immagine vediamo degli esempi tridimensionali di capannoni regolari, ma è molto utile immaginare questo tipo di rappresentazione in contesti particolareggiati, ad es. quando si realizzano i rivestimenti di edifici residenziali, perché è molto importante in questi casi avere una visione completa del contesto realizzativo e non solo il modello esterno.
Per entrare nel dettaglio, hanno dovuto ricostruire al loro interno tutto ciò che sono le “famiglie”, ricostruendo tutti gli oggetti e gli elementi che Magnetti realizza, lasciando quella flessibilità per gli elementi “speciali”, hanno costruito un database che permette di disegnare con tutti gli elementi e di modellare gli elementi standard per costruire gli edifici secondo le esigenze dei clienti.
Questa modellazione doveva poi interfacciarsi con un sistema anagrafico di produzione, perché tutto ciò proprio nella logica del flusso BIM deve essere controllato e governato fino alla fase finale, cioè al progetto collegato che necessita di essere realizzato in produzione, quindi vuol dire qual è la necessità dei materiali e tutta l’organizzazione della filiera.
Questa attività non poteva poi non considerare quegli aspetti prettamente ingegneristici, cioè come far stare poi insieme gli elementi in quanto non si tratta di una costruzione semplice ma è una costruzione articolata con delle connessioni che son dei vincoli strutturali tra i vari elementi.
Magnetti ha uno storico di connessioni, di vincoli come elementi e materiali abb ampio. Hanno ricostruito tutte le logiche di inserimento all’interno del progetto che sono state automatizzate (mentre in passato venivano inseriti manualmente) risparmiando così tempo.
OBIETTIVO FINALE
L’obiettivo finale è quello di dare al cliente una rappresentazione completa dell’aspettativa. Perché un conto è disegnare un progetto in modo bidimensionale, che è come i clienti hanno sempre visto i progetti fino a qualche anno fa, un conto è riuscire a dare un prodotto completo, dettagliato, più realistico possibile.
Con il progetto architettonico non possono essere considerati alcuni vincoli strutturali o organizzativi, mentre con il modello ideato da Magnetti si da evidenza anche di quelle che possono essere interferenze che scaturiscono dalla progettazione esecutiva oltre che l’inserimento di finiture e quindi dell’aspetto estetico del fabbricato in modo realistico. Il progetto con Autodesk Revit, inoltre, permette di definire una finitura che entra in macchina e si collega alla distinta dei materiali per la produzione.
Il lavoro più lungo è stato il ricostruire tutta la famiglia anagrafica che Magnetti può produrre, tenendo anche conto della variabile di personalizzazione delle stesse famiglie. Quindi non un abaco rigido ma flessibile.
Si è trattato di un lavoro molto complesso, è stato sviluppato insieme ad NKE un modulo apposito per Revit. Sono stati riscritti il software e le logiche per poter avere la massima flessibilità.
L’automatismo che è stato generato serve non solo per legare strutturalmente tutti gli elementi uno all’altro ma anche per ricostruire queste informazioni in fase produttiva e dare seguito a un collegamento tra ciò che è il progetto e ciò che è la necessità di realizzazione.
C’è poi un ultimo step che Magnetti vorrebbe portare a termine a breve che è la progettazione integrata ingegneristica d’armatura. L’armatura è ciò che oggi manca nel loro sviluppo, cioè affrontare l’elemento a livello ingegneristico e dimensionarlo sviluppando ciò che è l’armatura d’insieme. Quindi in base alle logiche di progettazione vorrebbero poter inserire automaticamente la natura degli elementi attraverso il riconoscimento del contesto dell’elemento in cui è inserito. Quindi senza compilare moduli o tabelle si chiede al software di interpretare e valutare come si pone il modello nel progetto. Il software ha tutte le informazioni di inserimento, ha le condizioni di carico per cui può automaticamente generare la scheda da dare all’armatura e al ferraiolo per ciò che deve esser predisposto.
Tutto quello che è stato fatto è stato reso poi disponibile come librerie per i progettisti che volessero provare a sviluppare dei progetti con degli elementi più verosimili possibili. Chiunque accedendo al sito di Magnetti può accedervi e scaricarle liberamente.
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